Si susseguono continuamente e inesorabilmente milioni di notizie in tutto il mondo. Nei quotidiani online, nelle pagine di internet, miliardi di notizie animano la pagina internet di ognuno di noi. Fra tutto il mare di notizie che ci vengono proposte in questo ultimo periodo non possiamo non aver letto una di queste parole: Giappone, Nucleare, Libia, Tsunami, Terremoto, Guerra, Insorti, Bengasi, Tripoli… e l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Passano come sempre in terzo piano le notizie conseguenti: Riforma della giustizia, rivolta della popolazione italiana verso gli immigrati, parole di Gino Strada…questo elenco invece è molto breve. Perchè breve è l’apertura della nostra mente di fronte ai problemi che abbiamo intorno.
Scoppia la guerra in Libia. Come se fosse l’unica guerra presente al mondo; come se fosse una guerra giusta. Moriranno dei civili, delle persone che non hanno alcuna colpa nella loro vita; milioni di persone dovranno fuggire dalla loro casa, dalla loro vita; dovranno scappare verso l’Europa, verso questo continente in declino che ha sempre meno opportunità da offrire. La guerra come strumento di offesa necessario. Mi sembra di essere tornato ai banchi dell’università, quando si facevano le lezioni su von Clausewitz, sulla guerra come strumento di risoluzione delle controversie e su stronzate simili; peccato che non si accennava mai al valore e alla dignità della vita umana; ma perchè non ci vanno gli scienziati politici a lanciare le bombe a Gheddafi? Perchè il grande Sarkò, il mitico Obama, i nostri fantastici politici, e tutti i membri dell’ONU, non vanno a imbracciare un fucile? Ah giusto, non possiamo concepire un mondo senza chi comanda, senza i potenti, senza coloro che mandano i soldati al macello. Sarebbe l’anarchia! Sarebbe la fine di quel patto sociale del cazzo che ognuno di noi avrebbe firmato per assicurarsi sicurezza e bla bla bla… Io non ho firmato nulla. Io non voglio vivere in una società simile; non voglio e non mi sento parte di questo triste mondo occidentale che si permette di scegliere quando e come intervenire in un altro stato.
Vai all’università e studi la storia dei popoli, la storia del mondo, i partiti, le grandi personalità della storia, il pensiero politico che ci circonda e quello che ci ha resi quello che siamo; si studiano grandi pensatori, filosofi, che hanno scritto libri e libri sulla pace, sulla guerra, sulla politica, sul diritto, sull’economia.
Come se il mondo fosse popolato da queste persone. Chi da il diritto a tali persone di decidere il destino di miliardi di individui? Perchè quello che fanno è proprio questo. Gli insorti in Libia erano continuamente connessi a internet sulle pagine della BBC, della CNN, ad aspettare di poter leggere ” L’Occidente muove guerra a Gheddafi”. La maggior parte di loro ha esultato, certi di una sicura vittoria. Spiegatemi dove inizia e dove finisce la libertà di azione di un individuo. Spiegatemi dove si trova lo Stato, dove si trova il diritto di autodeterminazione dei popoli; spiegatemi dove si trovano i diritti umani e poi fatevi un giro a Lampedusa; spiegatemi con quale presunzione ci sediamo in un tavolo e mettiamo le x rosse su alcuni paesi e su altri no. E io dovrei sentirmi complice nella mia esistenza, di una simile metodologia? Perchè è proprio di questo che si parla; ogni giorno nelle nostre vite, stiamo li a leggere ed ascoltare simili notizie. E poi miliardi di persone sono costrette a pagare gli errori dei comandanti. Che Guevara è morto per la Rivoluzione. Porco il demonio ladro, è stato coerente è legato ai suoi ideali. Non si è soltanto seduto a scrivere libri su come bisognava fare la Rivoluzione,fumandosi i suoi sigari e facendosi fotografare. No. Ha fatto una precisa scelta di vita. Non riesco a capire come possano le persone starsene in silenzio ad accettare passivamente quello che le circonda. Miliaia di giapponesi sono senza casa, senza città e senza famiglia. Quanti di loro riavranno indietro qualcosa? Nessuno. Quanti politici giapponesi hanno perso la vita? Forse qualche sindaco di basso livello. Ma qualcuno di alto rango? No.
La realtà è che il destino delle nostre vite, delle azioni di ognuno di noi, è regolato da persone che non hanno il minimo amore verso l’umanità. L’ONU è un’ assemblea inutile, dove vengono prese decisioni da un Consiglio di Sicurezza formato da 5 stati permanenti e da 10 non permanenti. Spettacolo. Che senso ha? Il problema è che quando sentiamo una notizia del tipo ” L’ONU ha deciso….” non abbiamo la minima idea che molto probabilmente sono stati 5 stati a decidere. E questo è soltanto un esempio di come l’informazione che ci viene presentata di ogni decisione presa da alte sfere, sia in realtà errata. Perchè non è completa. Dovrebbero scrivere “I membri permanenti dell’ONU,e cioè i soliti 5 stati, Russia, Cina, Stati Uniti, Francia e Inghilterra, hanno deciso nonostante il voto dell’assemblea generale sia stato….” eccetera eccetera. Questo vale per ogni cosa. In Italia i decreti legge, fatti dal governo, e le leggi del parlamento hanno entrambe lo stesso valore giuridico. Tremonti decide di dare meno soldi alla scuola pubblica, e più alla privata? Benissimo, diventa legge. E viene presentata come tale. L’informazione tanto è sempre la stessa. ” Il governo decide che…”; è inutile, è una battaglia persa in partenza.
L’uomo comune deve accettare le decisione prese da questi membri illuminati e competenti; non si può ipotizzare un sistema sociale diverso.
Questo mi verrebbe detto. E naturalmente hanno anche ragione. Infatti l’opposizione a tale discorso viene da coloro che sono stati chiamati in causa. Le mie parole sono quelle di sei miliardi e mezzo di persone, che tutte nella stessa situazione si trovano, sia ben chiaro. Io vivo meglio di un africano, di un asiatico e di un abitante dell’america latina, senza dubbio; ma non posso in ogni caso scegliere il mio destino. Perchè non posso fare determinati tipi di lavoro, non posso partecipare a determinati concorsi pubblici, non posso scegliere di vivere per raggiungere quello scopo che ho sempre sognato. Non posso farlo, questa è la realtà della mia vita. E come non posso farlo io, non possono farlo l’africano, l’asiatico e il sudamericano di cui parlavo. Posso invece illudermi; questo si, posso farlo. Ed è ciò che la maggior parte degli individui della Terra è costretta a fare. Altrimenti la civiltà umana potrebbe finire qua. E sarebbe forse anche meglio; ma il nostro spirito di conservazione ci spinge avanti, e ci illudiamo di essere felici, di poter condurre un’esistenza serena e tranquilla. Ora avrei scritto “Dio Santo” se avesse qualche significato per me; ma ricordo bene la sensazione che si prova nel pronunciare quelle due parole quando si ha fede, quindi posso scriverlo.
Dio Santo.
Una vita serena e tranquilla? Come? Dove? Quando? Mi verrebbe da impararmi cento lingue diverse, solo per urlare al mondo intero che vivere un’illusione di felicità è la tortura maggiore che un individuo può fare a sè stesso. E’ mortificante, raccapricciante, pesante e insensato. Io mi rifiuto di ingannare la mia anima, il mio cervello e il mio corpo; io continuo a essere incazzato nero di fronte alle scelte che il mondo occidentale prende in nome mio; sono incazzato come una iena, e il mio fegato ne sa qualcosa. E mi rifiuto di mostrarmi felice o di accontentarmi nella mia vita. Mi rifiuto di scendere a compromessi. Poichè questo è il vero problema della nostra società: gli individui preferiscono sedersi e giocare a carte piuttosto che porsi queste domande. Piuttosto che essere incazzati neri, gli uomini preferiscono la pace interiore. Il problema è che essa è finta; non sono felici e si ingannano; preferiscono ingannarsi! Rendiamoci conto a che livello umano siamo arrivati. Preferiamo sederci e contemplare i caccia che vengono distrutti per poi dire ” è giusto che andiamo in guerra contro Gheddafi! “. Non ci si chiede il perchè e il per come; non ci si pone alcuna domanda, nemmeno ci si ricorda quel diavolo articolo della nostra Costituzione in cui qualche povero sfigato scrisse che ripudiavamo la guerra. Ma che diavolo di bisogno c’era di scriverlo, se tanto poi siamo stati presenti in non si sa quanti conflitti! Mascherandoci dietro al fatto che non eravamo gli unici stati a entrare in guerra, ma parte di una coalizione. Come se un morto ucciso da un soldato della coalizione possa essere diverso da quello ucciso da un soldato di un singolo stato.
E continuiamo a considerare la guerra come necessaria, continuiamo a non versare lacrime di fronte a scene lontane geograficamente da noi. E continuiamo a dire ” Sti cazzo di immigrati ora vengono tutti da noi!”. Io comprerei un centinaio di milione di bombe e le getterei una di fronte ad ogni casa di ogni cittadino di ogni stato europeo. Voglio vedere quanti scappano via. E voglio vedere quanti di loro saranno felici di andare via dal loro paese e dalla loro famiglia; gli farei elemosinare un lavoro e un pezzo di pane in un continente lontano dal loro; gli farei soffrire il caldo e il freddo, la solitudine e la fame, e la mancanza di gioia, e la mancanza di possibilità. Parliamo di immigrazione avendo quattro mura intorno a noi, un tetto sopra la testa, soldi in tasca e pane a volontà; c’è chi sogna quello che noi abbiamo senza poterlo mai avere un solo giorno della loro esistenza. E noi ci permettiamo di insultare chi sale su una barca per fuggire da un paese che noi stiamo bombardando. Siamo uno spettacolo. Gli occidentali sono uno show continuo.
Come diceva qualcuno, la storia è scritta da vincitori. Ha dimenticato di aggiungere che il destino del mondo non è stato scelto da Dio, ma da un elenco di persone di cui abbiamo nome e cognome. Sono i nostri governatori; sono coloro che abbiamo messo al potere per far si che potessimo conservare la nostra illusione di felicità. Dentro di noi sappiamo perfettamente chi sono; ma in fondo, a noi occidentali va bene cosi.